Il concetto di spazio, nel calcio, non può essere
ignorato.
Gestire un gruppo di uomini presuppone che gli
allenatori abbiano competenze di psicologia e di pedagogia, ma devono avere,
oltre le conoscenze tecniche, atletiche e tattiche necessarie a svolgere il
proprio mestiere, la capacità di cogliere nella geometria gli aspetti
funzionali al gioco del calcio.
Nelle partite
del nostro massimo campionato raramente, nei movimenti dei calciatori, si
evocano aspetti geometrici che si richiamano alla teoria dei gruppi e, di
conseguenza, alla simmetria. I reparti e le catene di una squadra, nelle due
fasi, si devono muovere e rapportarsi in modo simmetrico. Prendiamo in
considerazione, per esempio, le due catene laterali. I tre calciatori si devono
muovere con simmetria rotazionale. L’azione di una catena (“azione di gruppo”)
si deve azionare in relazione ad un altro insieme di elementi, nella specie
l’altra catena laterale. Ovverosia bisogna creare una simmetria bilaterale.
Considerando un’asse che divide il campo di gioco da centro porta a centro
porta, nelle due fasi, bisogna rappresentare una simmetria in relazione
all’asse sopraddetto.
Ad una partita in cui le due squadre propongono
delle simmetrie, almeno per me, sarebbe il massimo assistervi. Tutto ciò perché
il movimento dei reparti e delle catene avrebbe sicuramente una concordanza.
Per cercare il pelo nell’uovo, i matematici potrebbero obiettare che
difficilmente la disposizione dei calciatori nelle catene laterali possono essere
rigorosamente simmetriche. E ciò è vero. Ma è altrettanto vero che il nostro
cervello le percepisce, le catene, come simmetriche.
Questo prototipo di calcio presuppone allenatori dal
“cervello matematico” e capaci di orientarsi nella topologia che studia le
proprietà degli spazi. Dovremmo essere in presenza di professionisti capaci di
“plasticità, apertura, creatività” Cit.. Eppure, per essere calciatori di
categoria, la qualità più importante è la creatività.
La creatività è nella corteccia cerebrale del
ragazzo e viene espressa, nel nostro caso, attraverso il gioco. Solo istruttori
di calcio ingenui possono proporre esercitazioni piene di regole, regole che
condizionano. Un giovane calciatore che si diverte nella libertà del gioco
inventa un processo creativo e Henri Poincaré dice :”Creatività è unire
elementi esistenti con connessioni nuove, che siano utili.” Il ragazzo che
gioca in piena libertà, per ridurre, prima inventa una giocata, un numero, poi
riesce a comprenderlo, il numero, ed infine lo codifica.
Tutti, ma proprio tutti, i giovani calciatori hanno
la loro creatività, ma, in pochi, per genetica ed esperienze motorie, possono
esprimere giocate creative particolari, originali e raffinate.
E’ una sofferenza assistere al rifiuto della
creatività.
Succede in Italia. Succede nelle scuole calcio e
succede nel massimo campionato.
Auguro a tutti un buon anno. Un anno carico di
simmetrie e razionalità per gli adulti, ma ai giovani calciatori un anno
straordinario in cui possano esprimere fantasia, immaginazione e tanta
creatività!
Nessun commento:
Posta un commento