venerdì 27 febbraio 2015

FILOSOFIA E PRINCIPI DELLA "PERIODIZZAZIONE TATTICA"



PRO CALCIO SOCCER SCHOOL 
  LA PERIODIZZAZIONE TATTICA


 
di Angelo MIRABELLO

PREMESSA
“Se vuoi pilotare un aereo, studia e guadagnati il brevetto di volo! Se vuoi mandare una bicicletta, al massimo trasporti te stesso e devi stare pure attento…”

Questa frase presa dalla tesi “Priorità al Metodo” di Andrea Menegatti, secondo il mio punto di vista racchiude e descrive in modo ottimale quella che è l’importanza del ruolo che assume un istruttore/allenatore quando si trova alla “guida” di un gruppo di allievi/atleti. Egli, attraverso le sue competenze e i suoi “canali comunicativi”,  indirizza e condiziona in maniera significativa quelli che sono e saranno i comportamenti sportivi e non, degli appartenenti al gruppo. In seguito ad una serie di personali riflessioni condotte nel tempo sulla situazione attuale del Gioco del Calcio, soprattutto relativa ai settori giovanili, emerge una consuetudine anomala secondo la quale colui che in passato “ è stato un giocatore o ha giocato a calcio” è in grado anche di saper  insegnare; tale considerazione risulta essere discutibile in quanto spesso e volentieri questa idea non corrisponde al vero.
A mio avviso l’importanza di competenze, comunicazione e didattica non può essere colmata da semplici abilità tecniche: …chissà se Mozart sarebbe mai stato un bravo insegnante… 

INTRODUZIONE
La mia passione per lo sport, in particolare per il Gioco del Calcio, negli anni mi ha portato, come giocatore dilettante prima e come aspirante “allenatore” poi, a studiare e cercare di capire tutte le tematiche inerenti a questo affascinante “mondo”.
Il calcio, che è un gioco di squadra di tipo situazionale e quindi soggetto a innumerevoli varianti/incognite, nel corso del tempo ha subito un notevole cambiamento. Questo è dovuto soprattutto alla ricerca di nuove metodologie di allenamento che hanno portato alla necessità di atleti “pensanti” capaci di agire nel minor tempo possibile.
Il calciatore moderno secondo molti addetti ai lavori è paragonabile ad un giocatore di scacchi, ovviamente in un contesto molto più dinamico, che necessita di soluzioni immediate in contrapposizione alle mosse dell’avversario. Alla base di queste soluzioni c’è l’allenamento che è il mezzo attraverso il quale si cerca di far migliorare le prestazioni dell’atleta o del gruppo-squadra in gara. Di conseguenza l’obiettivo dell’allenatore sarà quello di strutturare degli allenamenti che, attraverso determinati principi, sottoporranno i propri atleti ad una serie di stimoli stressanti che dopo un giusto periodo di adattamento porteranno ad un miglioramento delle prestazioni, ultime queste, che possono essere definite anche come il risultato finale o il frutto di metodologie.

METODOLOGIE DI ALLENAMENTO
Nel Gioco del Calcio esistono diversi metodi di allenamento tra i quali: TRADIZIONALE ANALITICO, INTEGRATO e la PERIODIZZAZIONE TATTICA.

-        L’ALLENAMENTO TRADIZIONALE/ANALITICO, predilige lo sviluppo delle capacità condizionali senza l’utilizzo dell’attrezzo (palla), sfrutta test per misurarne i valori/dati, crede nella suddivisione della stagione sportiva in periodi (preparatorio/richiamo/mantenimento), crede nei picchi di forma e soprattutto crede nel principio secondo cui il volume dell’esercizio fisico deve precedere l’intensità.

-        L’ALLENAMENTO INTEGRATO, metodo successivo a quello tradizionale, è sicuramente una metodologia alternativa che però tende a mascherare l’obiettivo delle esercitazioni attraverso l’utilizzo dell’attrezzo (palla). Sebbene la quasi totalità degli esercizi/esercitazioni prevedano l’uso del pallone, gli obiettivi dell’allenatore sono gli stessi di chi usa il metodo tradizionale.
LA PERIODIZZAZIONE TATTICA
Si tratta di una “Rivoluzione di Pensiero” cioè una metodologia innovativa che nasce in Portogallo verso la fine degli anni ’90 presso la facoltà di Scienza Motorie dell’Università di Oporto grazie al pensiero del Professor Vitor Frade.  In virtù dei suoi grandi risultati sportivi, trova in Josè Mourinho il suo più noto promotore.

 Periodizzare significa dividere il tempo in periodi storici; alla base di questo “ nuovo pensiero “ c’è la ferma convinzione che l’uomo è un’unità tra corpo e mente, quindi diventa impensabile credere di poter allenare un’atleta separando la dimensione fisica da quella tattica e  psicologica. Di conseguenza nel caso della PT, si tratta di dividere, organizzare e distribuire i contenuti dell’allenamento in maniera tale da averne sempre una visione d’insieme. La PT a differenza del metodo tradizionale, che pone maggiormente l’attenzione sull’aspetto fisico dell’atleta, non condivide il concetto di suddivisione della stagione sportiva in periodi  (preparazione/mantenimento/richiamo) ma crede in un'unica unità di programmazione, ossia il MICROCICLO SETTIMANALE (dove vi è un’inversione del binomio Volume- Intensità), che va dalla gara/partita precedente a quella successiva. Questa metodologia promuove infatti un lavoro basato sull’intensità in termini di concentrazione, su cui l’atleta/gruppo lavorerà durante tutta l’intera stagione sportiva. Ne consegue che il punto cardine sul quale andrà a “concentrarsi” l’allenatore sarà prettamente di natura tattica, ossia  su un MODELLO DI GIOCO composto da determinati principi e sottoprincipi correlati alle varie fasi di gioco (possesso-non possesso-transizione positiva- transizione negativa) che andrà ad incidere in maniera significativa sulle capacità tecnico/tattiche/fisiche e psicologiche dell’atleta in modo simultaneo.
Il Gioco del Calcio, come trattato in precedenza, è uno sport situazionale di natura tattica in cui è fondamentale definire sin da subito uno specifico MODELLO DI GIOCO, tale definizione deve essere il prodotto di un processo di “assemblamento” da parte dell’allenatore tenendo in considerazione:

Idea di gioco (credo calcistico);
Caratteristiche dei giocatori a disposizione;
Principi di gioco generali (Tattica individuale e collettiva);
Ambiente e Cultura in cui si opera;
Organizzazione strutturale (sistema di gioco).

Una volta definito il proprio Modello di Gioco, il compito dell’allenatore sarà quello di strutturare e operare con un modello di allenamento specifico per il processo di apprendimento di quel Modello di Gioco. Ciò significa che l’allenatore deve elaborare esercitazioni che indirizzino la sua squadra a mettere in pratica tutto quello che egli pretende sul rettangolo di gioco.

PRINCIPI METODOLOGICI

Si tratta di quei principi sui quali si basa la struttura del microciclo settimanale di allenamento.

Principio della Specificità
E’ il principio cardine della PT. L’obiettivo principale rimane sempre lo sviluppo della dimensione tecnico-tattica,  ovvero l’allenamento del Modello di Gioco. Ciò significa che ogni esercizio/esercitazione che sarà proposta, dovrà essere in stretta relazione con in principi che abbiamo definito per in nostro Modello di Gioco.

Principio dell’Alternanza
Significa promuovere un’alternanza di sforzo-recupero nell’arco della distribuzione settimanale dei carichi di lavoro, ciò permetterebbe lo sviluppo di un adattamento positivo nei calciatori.
La PT dà molto risalto a questo principio in quanto si presuppone che i calciatori lavorino sempre ad alti livelli di intensità e di concentrazione.

Principio della Progressione Complessa
Ridurre la complessità del Modello di Gioco  lavorando in modo “mirato” sui principi e sotto-principi per ogni fase di gioco (possesso e di non-possesso palla) e per le transizioni (positiva e negativa).
Questo lavoro “mirato” e “progressivo” (dal semplice al complesso) deve portare verso un’evoluzione positiva sia del singolo, che del collettivo. Questa  progressione deve avvenire sia nel corso di un microciclo settimanale, sia nel corso della stagione sportiva.
Sarà importante, quindi, seguire la regola… “più qualità meno quantità”.

Principio della Densità
Si intende in pratica proporre un gran numero di volte esercitazioni che sono più vicine alle situazioni vissute in gara, fornendo al singolo o alla squadra degli input adeguati alla risoluzione delle stesse. Il fine ultimo dovrà essere quello di creare delle “abitudini mentali”, un linguaggio comune ed una lettura anticipata ed univoca in ogni situazione di gioco.
 

“QUESTIONE DI METODO………….”
cit. J.MOURINHO


A cura di: Angelo MIRABELLO

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