Avere approcci
consolidati nell’analisi e nell’impostazione della tattica di una squadra di
calcio conduce in un vicolo cieco, mentre, con la geometria frattale e le sue
proprietà, può essere eseguita una rianalisi che potrebbe portare ad esplorare
nuove concezioni tattiche.
In tutti gli incontri
di formazione, nei corsi di aggiornamento, nei media e nella rete risulta
sempre evidente, ed a ragione, che la situazione di gioco è più allenante
rispetto all’esercitazione analitica; ma, all’atto pratico, le esercitazioni
vengono proposte come ricorsive nel suo svilupparsi tecnico-tattico senza tener
conto sia delle trasformazioni geometriche in spazi di gioco in senso di scala,
della invarianza, sia dei flussi di gioco irregolari.
La coerenza
argomentativa delle proposte di allenamento ha bisogno di metodi di analisi e
linguaggio propri della matematica. Eppure già Poincaré dimostrò come sia
possibile attraverso un modello matematico semplice comprendere il comportamento
dei sistemi dinamici. Poincaré per primo scoprì che dalle equazioni non lineari
emergono dei frattali. Poincaré aveva intuito ed indagato il mondo astratto
delle mappature e la reciproca influenza di tre insiemi. Tutti gli allenatori
di calcio, si presume, conoscono che nel modulo 4.3.3 i calciatori sono
collegati in modo da formare più triangoli e tutti i miei colleghi sono in
grado di insegnare i concetti ed i comportamenti, individuali e collettivi,
nelle numerose situazioni di gioco, sia in fase di possesso che di non
possesso. Tornando ad un modello matematico semplice, per comprendere il
comportamento del sistema dinamico nel 4.3.3, se io allenatore mi rifacessi
agli studi di Poincaré avrei chiaro il concetto di come il calciatore Tizio influenzerebbe
Caio e Sempronio e, a sua volta, Caio, muovendosi nello spazio, influenzerebbe
Tizio e Sempronio, e così via, considerando un insieme (catena) di tre
calciatori come Sempronio influenzerebbe Caio e Tizio.
Ora, se si
considerassero tutti i triangoli che collegano tutti i calciatori di una
squadra, nelle due fasi, il solo movimento di uno comporterebbe un movimento
relativo ed efficace da parte di tutti.
La struttura di squadra
assumerebbe dalle condizioni iniziali del modulo dei movimenti evolutivi dei
singoli calciatori, nelle diverse situazioni di gioco, l’aspetto di un sistema
dinamico non lineare. Per ipotesi, se considerassimo, nel sistema di gioco, un
solo modo di giocare (solo un parametro) corto e stretto con la ricerca delle
triangolazioni, il sistema risulterebbe stabile perché piccole variazioni del
parametro non ne cambierebbero la dinamica.
Se inserissimo, invece,
altri parametri di gioco, (per es. un lancio lungo) il sistema cambierebbe
qualitativamente la sua dinamica e risulterebbe NON strutturalmente stabile
entrando nel concetto matematico di biforcazione. I componenti di una squadra
non sono altro che degli attrattori del pallone ed agiscono in differenti zone
di attrazione, nei bacini di attrazione. Se un calciatore agisse per più tempo,
solo in un bacino di attrazione, contribuirebbe a rendere il sistema di gioco
stabile, al contrario, se il calciatore agisse su spazi astratti, renderebbe il
sistema instabile ed i frattali appaiono nelle differenti zone di attrazione in
cui si osservano l’autosomiglianza delle azioni di gioco a differenti scale. I
frattali sono la chiave di lettura della Complessità. Se colorassi i bacini di
attrazione con diversi colori, mi troverei di fronte ad una modellizzazione
matematica e queste colorazioni, a prima vista complesse, sono, invece, molto
semplici e, variando i parametri di azioni di gioco, otterrei un cambiamento
qualitativo (topologico) nella struttura degli attrattori, da cui emergerebbe,
basta saper osservare dal basso, un sistema di gioco attraverso
l’auto-organizzazione, l’apprendimento, l’emergenza, gli equilibri stabili ed
instabili, l’evoluzione e, quindi, l’adattamento all’ambiente.
Invidio chi riesce a
fare, in buona fede, un’analisi tattica di una partita parlando, per esempio,
di fasce o profondità. Leggendo alcuni critici, più che ad un termine
concettuale e relativo alla realtà delle circostanze di gioco, mi trovo a fare
il conto con qualcosa in cui è esternato solo lo stato mentale del critico. Lo
stato mentale del critico può interessare o meno, ma non rende onore al
linguaggio universale della matematica. Non si rende onore al Calcio.
Dalla casetta sul lago
di Posta Fibreno, 08/10/2015 Angelomaria Martini
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