lunedì 26 agosto 2013

COLPIRE LA PALLA DI TESTA CAUSA DANNI AL CERVELLO

Troppi colpi di testa fanno male ai calciatori
Il pallone da calcio pesa circa 450 grammi e viaggia ad una velocità tra 50 e 80 km l’ora. Grazie all’energia causata dalla velocità, è come se vi colpisse un peso di circa 80 kg. Se si pensa che un calciatore colpisce la palla di testa in media 5 volte per partita,
e fino a oltre 250 durante una stagione, non stupisce che alla lunga possa subire danni cerebrali e difficoltà cognitive. I ricercatori Usa dell'Albert Einstein College of Medicine della Yeshiva University e del Montefiore Medical Center, con una ricerca condotta su 38 giocatori di calcio dilettanti (età media 30,8 anni), hanno trovato nei calciatori livelli di danno simili a quelli visti dai medici nei pazienti con commozione cerebrale. I ricercatori hanno utilizzato una tecnica avanzata di risonanza magnetica per analizzare le condizioni del cervello di questi giovani che giocavano a pallone fin da piccoli, chiedendo anche a ognuno di cercare di quantificare il numero di colpi di testa accumulati in un anno. Ebbene, sembra che ci sia un limite sicuro di circa 1.000-1.500 colpi di testa l'anno, ma se si supera questa soglia si osservano lesioni significative. Insomma, il problema sembra essere legato ai traumi ripetuti ed è reale. "Dopo aver confermato il danno potenziale legato all'impatto, volevamo capire se c'era una soglia di sicurezza", aggiunge lo studioso. Così si è visto che basta accumulare più di 1.500 colpi per incappare nei problemi. "Se colpire una palla con la testa 1.000-1.500 volte l'anno può sembrare tanto a chi non gioca a calcio, in realtà questo si traduce in poche volte al giorno per chi lo fa regolarmente", scrive Lipton. I giocatori che più di frequente ricorrono ai colpi di testa, come gli stopper e i centravanti da sfondamento, sono i più soggetti a problemi neurologici, come disturbi della memoria e della percezione visiva, tra i giocatori olandesi, attivi e in pensione, oltre un terzo presenta sintomi neurologici quali mal di testa, capogiro, irritabilità. Insomma, "l'impatto non ha una potenza tale da danneggiare le fibre nervose del cervello, ma i traumi ripetitivi possono scatenare reazioni a cascata, che possono portare a danni per le cellule cerebrali". Ad essere danneggiate, poi, sono cinque regioni del cervello poste nella parte anteriore e in quella posteriore del cranio. Non solo: in uno studio collegato si è visto che i giocatori più inclini a ricorrere ai colpi di testa hanno ottenuto anche risultati peggiori nei test volti a verificare capacità cognitive come la memoria verbale e tempi di reazione. Inoltre esiste la possibilità che i traumi cerebrali ripetuti rappresentino un rischio per lo sviluppo di gravi malattie neurodegenerative quali Parkinson e Alzheimer. Il problema è risaputo, già nell'agosto 2005 è stata approvata dalla federazione americana calcio (Ussf) una fascia-casco per proteggere la testa dei calciatori, perché ha riconosciuto la pericolosità dei colpi di testa. E fin dall’aprile 2004 nel calcio olandese si è deciso di vietare i colpi di testa nelle categorie giovanili fino a 14 anni. Speriamo che anche in Italia si provveda subito. Intanto cerchiamo di limitare i danni cercando di colpire correttamente il pallone utilizzando la parte centrale della fronte. "Non si devono chiudere gli occhi al momento dell'impatto col pallone", ha spiegato Andy Roxburgh, direttore tecnico della UEFA. "È così che si rischia di farsi male. Per esempio, ci si può fare male se si chiudono gli occhi e si abbassa la testa, colpendo il pallone con la parte superiore del capo. Prima di tutto, i ragazzi devono iniziare con un pallone leggero. Quando sono molto giovani, è meglio che non usino palloni pesanti, per ovvi motivi".

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