Difficilmente gli approcci cognitivi possono essere
applicati negli allenamenti del gioco del calcio perché propongono “schemi” e
soluzioni tattiche prescritte limitate come quantità rispetto a un numero molto
alto di situazioni e variabili che la partita propone nella sua dinamicità e
complessità.
Per comprendere bene il problema dell’apprendimento tattico
attraverso la metodologia cognitiva basta rifarsi al concetto matematico di
funzione ed intuire la difficoltà che una relazione causa-effetto incontra in
un ambiente di gioco che si modifica e si ristruttura continuamente, per cui
allenare a priori in senso ripetitivo ed assegnare compiti tecnico-tattici
senza considerare la casualità e le problematiche della partita ha poco senso.
L’allenamento per “schema” regge solo ad una
condizione (c), che lo schema (s) nel
tempo (t) in una situazione appresa (a) venga soddisfatto e ciò potrebbe
verificarsi nelle palle inattive, ben difficilmente nelle infinite variabili
della palla in gioco.
Per capire la complessità del gioco ci viene in
soccorso il Palomar di Italo Calvino, il Signor Palomar sulla spiaggia:”
Insomma, non si può osservare un’onda senza tener conto degli aspetti complessi
che concorrono a formarla e di quelli altrettanto complessi a cui essa dà
luogo. Questi aspetti variano continuamente, per cui un’onda è sempre diversa
da un’altra onda; ma è anche vero che ogni onda è uguale a un’altra onda, anche
se non immediatamente contigua o successiva; insomma ci sono delle forme e
delle sequenze che si ripetono, sia pur distribuite irregolarmente nello spazio
e nel tempo”. E ancora Calvino in Palomar:” E forse potrebbe essere la chiave
per padroneggiare la complessità del mondo riducendola al meccanismo più
semplice”.
Nella copertina di “Palomar” della collana “Oscar
Mondadori” in bella mostra c’è un’opera frattale dell’artista Fausto Melotti,
mai copertina fu più indovinata: Calvino ed i frattali, Calvino e la
complessità.
Anche il calcio può esaltare la creatività
artistica, la fantasia dei calciatori e la cultura degli uomini, così come
l’arte e la letteratura; esiste una analogia, per vie diverse, di rappresentare
il mondo che ci circonda. Bisogna partire dalla teoria generale dei sistemi di
Von Bertalanffy:”(……) un complesso di elementi interagenti, interazione significa
che gli elementi ,p, sono connessi da relazioni ,R, in modo tale che il
comportamento di un elemento p in R è differente da quello che sarebbe il suo
comportamento rispetto ad un’altra relazione R’.”. Da questa definizione, che
potrebbe sembrare generica, si problemizzano elementi e relazioni tra elementi
e si delinea un modello euristico che mette in luce problemi (di individui) da
cui discendono altri problemi (relazioni tra individui).
Negli allenamenti bisogna stimolare i momenti di
fantasia, i quali sono la base di ogni idea: mi viene in mente il “Bildung” ed
il concetto dell’immagine dell’uomo.
Le “immagini” acquisite dai ragazzi nell’educazione
motoria, e non solo nell’educazione motoria, formano la loro personalità di
calciatori; è un’immagine che deve emergere dalla emergenza, da un
comportamento (il rapportarsi all’ambiente) in emergenza nelle risposte il
quale calciatore crea continuamente un nuovo sé.
Da wikipedia:” In quest’ottica, che parte dai
riferimenti filosofici della complessologia di Edgar Morin e dalle riflessioni
di Francisco Varela e Humberto Maturana, l’essere umano è un sistema unitario
caratterizzato da auto-organizzazione, autopoiesi e non linearità.”
I concetti dell’auto organizzazione si estendono tra
l’altro, nel nostro caso, anche al modello di una squadra di calcio. Indagare
le situazioni di gioco di una squadra di calcio con un approccio lineare,
top-down, causa-effetto, deterministico ci induce in errore. L’approccio
sistemico, invece, che tiene in considerazione le emergenze e
l’auto-organizzazione ci permette di strutturare il modello tenendo conto di
più variabili sulle quali il modello stesso può organizzarsi.
Oggi le analisi tattiche del calcio vengono
affrontate con modelli di valutazione più o meno stabilizzati così come gli
allenamenti vengono studiati ed applicati alla luce delle passate esperienze,
ma, allo stesso tempo, si sente il bisogno di modelli di ricerca nuovi alla
luce di paradigmi nuovi e i mediatori di questo processo non possono che essere
i giovani allenatori.
Il disegno (modello) è diviso in tre spazi adiacenti
a due dimensioni ed in ogni spazio, calciatori ed allenatore, possono
verificare trasformazioni tattiche a vantaggio di tutto il sistema di gioco,
purché gli altri due spazi siano correlati: è l’inizio dell’evoluzioni
complesse tattiche.
ESERCITAZIONE
Da inserire in un microciclo (quattro settimane) per
lo sviluppo delle dominanti tattiche (8/7+il portiere).
1) I
tre spazi A-B-C del disegno rendono l’idea dell’ampiezza dello spazio di gioco
(A-C) e lo spazio B l’idea della profondità.
2) Le
linee tratteggiate rappresentano per lo spazio (A-C) la profondità rispetto
alle catene degli avversari. La linea tratteggiata nello spazio B l’ampiezza
rispetto ai centrali difensivi avversari.
3) L’attacco
deve essere portato sia su tre linee verticali (spazi), come da disegno, sia su
tre linee orizzontali, CONDIZIONE NECESSARIA AFFINCHE' IL SISTEMA DI GIOCO
POSSA EVOLVERE.
Dalla Casetta sul Lago
di Posta Fibreno, 18.06.2015
Angelomaria Martini
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