mercoledì 24 giugno 2015

UN MODELLO E LA SUA EVOLUZIONE DI ANGELOMARIA MARTINI



Difficilmente gli approcci cognitivi possono essere applicati negli allenamenti del gioco del calcio perché propongono “schemi” e soluzioni tattiche prescritte limitate come quantità rispetto a un numero molto alto di situazioni e variabili che la partita propone nella sua dinamicità e complessità. 

Per comprendere bene il problema dell’apprendimento tattico attraverso la metodologia cognitiva basta rifarsi al concetto matematico di funzione ed intuire la difficoltà che una relazione causa-effetto incontra in un ambiente di gioco che si modifica e si ristruttura continuamente, per cui allenare a priori in senso ripetitivo ed assegnare compiti tecnico-tattici senza considerare la casualità e le problematiche della partita ha poco senso.
L’allenamento per “schema” regge solo ad una condizione (c),  che lo schema (s) nel tempo (t) in una situazione appresa (a) venga soddisfatto e ciò potrebbe verificarsi nelle palle inattive, ben difficilmente nelle infinite variabili della palla in gioco.
Per capire la complessità del gioco ci viene in soccorso il Palomar di Italo Calvino, il Signor Palomar sulla spiaggia:” Insomma, non si può osservare un’onda senza tener conto degli aspetti complessi che concorrono a formarla e di quelli altrettanto complessi a cui essa dà luogo. Questi aspetti variano continuamente, per cui un’onda è sempre diversa da un’altra onda; ma è anche vero che ogni onda è uguale a un’altra onda, anche se non immediatamente contigua o successiva; insomma ci sono delle forme e delle sequenze che si ripetono, sia pur distribuite irregolarmente nello spazio e nel tempo”. E ancora Calvino in Palomar:” E forse potrebbe essere la chiave per padroneggiare la complessità del mondo riducendola al meccanismo più semplice”.
Nella copertina di “Palomar” della collana “Oscar Mondadori” in bella mostra c’è un’opera frattale dell’artista Fausto Melotti, mai copertina fu più indovinata: Calvino ed i frattali, Calvino e la complessità.
Anche il calcio può esaltare la creatività artistica, la fantasia dei calciatori e la cultura degli uomini, così come l’arte e la letteratura; esiste una analogia, per vie diverse, di rappresentare il mondo che ci circonda. Bisogna partire dalla teoria generale dei sistemi di Von Bertalanffy:”(……) un complesso di elementi interagenti, interazione significa che gli elementi ,p, sono connessi da relazioni ,R, in modo tale che il comportamento di un elemento p in R è differente da quello che sarebbe il suo comportamento rispetto ad un’altra relazione R’.”. Da questa definizione, che potrebbe sembrare generica, si problemizzano elementi e relazioni tra elementi e si delinea un modello euristico che mette in luce problemi (di individui) da cui discendono altri problemi (relazioni tra individui).
Negli allenamenti bisogna stimolare i momenti di fantasia, i quali sono la base di ogni idea: mi viene in mente il “Bildung” ed il concetto dell’immagine dell’uomo.
Le “immagini” acquisite dai ragazzi nell’educazione motoria, e non solo nell’educazione motoria, formano la loro personalità di calciatori; è un’immagine che deve emergere dalla emergenza, da un comportamento (il rapportarsi all’ambiente) in emergenza nelle risposte il quale calciatore crea continuamente un nuovo sé.
Da wikipedia:” In quest’ottica, che parte dai riferimenti filosofici della complessologia di Edgar Morin e dalle riflessioni di Francisco Varela e Humberto Maturana, l’essere umano è un sistema unitario caratterizzato da auto-organizzazione, autopoiesi e non linearità.”
I concetti dell’auto organizzazione si estendono tra l’altro, nel nostro caso, anche al modello di una squadra di calcio. Indagare le situazioni di gioco di una squadra di calcio con un approccio lineare, top-down, causa-effetto, deterministico ci induce in errore. L’approccio sistemico, invece, che tiene in considerazione le emergenze e l’auto-organizzazione ci permette di strutturare il modello tenendo conto di più variabili sulle quali il modello stesso può organizzarsi.
Oggi le analisi tattiche del calcio vengono affrontate con modelli di valutazione più o meno stabilizzati così come gli allenamenti vengono studiati ed applicati alla luce delle passate esperienze, ma, allo stesso tempo, si sente il bisogno di modelli di ricerca nuovi alla luce di paradigmi nuovi e i mediatori di questo processo non possono che essere i giovani allenatori.
Il disegno (modello) è diviso in tre spazi adiacenti a due dimensioni ed in ogni spazio, calciatori ed allenatore, possono verificare trasformazioni tattiche a vantaggio di tutto il sistema di gioco, purché gli altri due spazi siano correlati: è l’inizio dell’evoluzioni complesse tattiche.

ESERCITAZIONE
Da inserire in un microciclo (quattro settimane) per lo sviluppo delle dominanti tattiche (8/7+il portiere).
    1)  I tre spazi A-B-C del disegno rendono l’idea dell’ampiezza dello spazio di gioco (A-C) e lo spazio B l’idea della profondità.
     2)  Le linee tratteggiate rappresentano per lo spazio (A-C) la profondità rispetto alle catene degli avversari. La linea tratteggiata nello spazio B l’ampiezza rispetto ai centrali difensivi avversari.
   3) L’attacco deve essere portato sia su tre linee verticali (spazi), come da disegno, sia su tre linee orizzontali, CONDIZIONE NECESSARIA AFFINCHE' IL SISTEMA DI GIOCO POSSA EVOLVERE.

Dalla Casetta sul Lago di Posta Fibreno, 18.06.2015

Angelomaria Martini




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