lunedì 15 giugno 2015

PERCORSO TATTICO ATTRAVERSO LA GEOMETRIA DI ANGELOMARIA MARTINI


Per noi allenatori di calcio insegnare tattica e le tradizionali concezioni intorno ad essa più che la ripetizione meccanica di situazioni sarebbe opportuno fare un lavoro di ricerca nella geometria per teorizzare e, di conseguenza, trovare risposte e chiarificazioni più profonde ed appropriate attraverso un itinerario logico. 


Si potrebbero fare proprie delle riflessioni diverse da quelle che abbiamo avuto precedentemente seguendo passaggi meccanici, e scoprire soluzioni funzionali al gioco del calcio secondo i principi della geometria e secondo un indirizzo ipotetico-deduttivo.

Nel sistema calcio (allenatori, calciatori, giornalisti ed addetti ai lavori) ha preso piede un linguaggio ed un indirizzo geometrico primitivo sperimentale; ma sarebbe utile e necessario concepire un sistema ipotetico-deduttivo che esprima proprietà riconosciute da tutti.

Il problema è che i concetti primitivi non sono definiti perché derivano dall’intuizione; per esprimere postulati occorre la deduzione. Senza entrare in questioni filosofiche  matematiche, per chiarezza porto degli esempi che coniugano il linguaggio tecnico del calcio ad alcuni concetti geometrici.

Gli allenatori dovrebbero cercare, come sosteneva H. Poincaré, di appagare tanto il logico che l’intuitivo. Se ci si avvale di alcuni concetti della geometria descrittiva, non si può non pensare alle trasformazioni geometriche le quali permettono di definire la posizione di un singolo calciatore in un sistema di riferimento e, se si fa mente locale al terreno di gioco (un piano cartesiano), le trasformazioni di base sono: la Traslazione, la Scalatura e la Rotazione.

Se si prende in considerazione l’allenamento del reparto difensivo a quattro o tre calciatori, per la diagonale chiusa o aperta, bisogna tener conto del concetto di BIRAPPORTO. 

Il birapporto è un concetto della geometria proiettiva ed è invariante nella trasformazione proiettiva. In pratica “il birapporto non cambia se la quaterna, per esempio quattro calciatori, viene proiettata su un’altra retta tramite proiezione centrale. Il birapporto giustifica la piramide difensiva e, per esempio, giustifica l’uscita dell’esterno sul portatore palla avversario, la linea dei due centrali e la scalatura dell’altro esterno in una posizione più alta dei due centrali. Inoltre si possono verificare geometricamente altri contesti tattici come la permutazione dei calciatori, sempre come esempio, il centrale che esce sull’esterno alto avversario ed il laterale, che è stato superato, che scala. 

Come si nota dai disegni c’è sempre una omotetia che è una proprietà dei frattali. 

L’esercitazione si esegue con tre squadre (bianca, rossa e nera).

La squadra centrale attacca e, per creare superiorità numerica negli spazi esterni (2/1), sale l’esterno della squadra, nella circostanza di difesa che si disporrà con gli altri tre calciatori in difesa preventiva portandosi a centrocampo.

La squadra che difende eseguirà le diagonali aperte e chiuse e/o le piramidi in base alle situazioni di gioco. La squadra che attacca, ovviamente, dovrà fare goal e, se non ci riesce, nell’azione successiva si disporrà in fase difensiva.

Alcuni tecnici ritengono opportuno nella fase difensiva preventiva di far posizionare i difensori su palla-fondo. Credo che abbia poca importanza perché l’anticipo si può portare anche sulla posizione palla-porta, infatti, se il difensore si pone esternamente al segmento palla-porta assumerà la stessa postura di palla-fondo.

Dalla Casetta sul Lago di Posta Fibreno, 03, 06, 2015

Angelomaria Martini



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